Ad oltre ottant’anni dal 25 settembre 1943, Cristiana Capotondi affronta il bombardamento di Firenze nel monologo di Marco Bonini. Tra l’evocazione fiabesca e la ricostruzione storica, una madre racconta alla figlia che sotto le bombe non ci sono né vincitori né vinti. In quella terribile notte uno stormo di 36 aerei Wellington inglesi, mirando alla stazione di Campo di Marte, mancarono l’obiettivo provocando la morte di centinaia di civili e pesanti devastazioni. Madre e figlia rappresentano il simbolo della memoria e della rinascita.